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Il titolo riprende un'espressione del Canto notturno di "Così parlò Zarathustra" di Friedrich Nietzsche. Per Zarathustra una zampillante fontana è la propria anima, mentre nel romanzo di Walser diventa il simbolo del linguaggio, che è al tempo stesso il luogo privilegiato della creazione letteraria e poetica individuale e la manifestazione di un'identità collettiva che costituisce l'epos di un popolo. Non c'è storia di popolo se non come storia del linguaggio, vero frutto delle nozze incessanti fra la natura e la storia. Ci viene incontro libero e lacerato il passato della Germania come presente, la storia tedesca dalla crisi della Repubblica di Weimar alla catastrofe del Terzo Reich. E il popolo finalmente parla nella sua lingua, meglio nelle sue lingue, nei suoi dialetti, belli perché esatti. I suoi personaggi rivivono davanti ai nostri occhi con la serena vivacità tutta musicale dello spirito del popolo che nella sua profonda poesia evoca la Norimberga dei Maestri cantori. La storia di Wasserburg e del popolo della Germania è vista con gli occhi di Johann, il giovane protagonista del romanzo e al tempo stesso il secondo nome dell'autore.